Quando parliamo di criptovalute ci stiamo addentrando all’interno dell’universo delle monete digitali. Esattamente come recita il termine stesso parliamo di una valuta sotto forma di cripto, grazie ad un complesso sistema blockchain. Quando si nominano le criptovalute inevitabilmente si arriva a parlare di mining di queste ultime. Scopriamo di cosa si tratta nello specifico.
Cos’è il mining di criptovalute
Iniziamo parlando proprio di mining di criptovalute. Con questo termine intendiamo quell’attività atta a “creare” effettivamente nuove porzioni di criptovaluta. Questo è possibile grazie all’impiego dell’energia di hardware potentissimi che vadano ad estrarre piccolissime parti di criptovaluta, ottenendo nuova moneta per i propri portafogli digitali. Scendendo nello specifico parliamo di mining quando avviene un vero e proprio processo di calcolo decentralizzato che serve ad elaborare, proteggere, verificare e sincronizzare tutte le transazioni relative alle criptovalute. La criptovalute sarebbe quindi la ricompensa per il “processo di mining” attraverso il quale il miners deve utilizzare quantità enormi di energia.
Basti pensare che il mining di criptovalute arriva ad ammontare allo 0,5% del consumo mondiale di energia elettrica, una quantità spropositata! Ogni miners che utilizza un hardware ben preciso può operare in solitaria oppure in pool mining, ossia sfruttando la potenza di calcolo di più elementi diversi. Vi sono poi modalità differenti per fare mining, dal cloud mining allo sfruttamento di app e piattaforme online apposite. Insomma, si tratta di un mondo vasto e complesso che sta sempre più catturando l’attenzione di chi desidera affacciarsi al mondo delle criptovalute o accrescere ulteriormente il proprio portafoglio digitale.
Cos’è la blockchain
Per comprendere al meglio il mining delle cripto è importante capire precisamente di cosa parliamo quando analizziamo la tecnologia nominata “blockchain”. La blockchain è un vero e proprio database all’interno del quel vengono archiviati dati nei computer degli utenti di tutto il mondo. La blockchain è quindi un archivio distribuito “peer-to-peer”, senza alcun tipo di autorità principale che conservi una copia originale dei dati. Questo database viene strutturato sotto forma di catena di blocchi (da qui il termine stesso) e ciascuno di questi ultimi contiene alcune informazioni. Quando viene aggiunto un nuovo numero di dati questi formano un altro blocco che si aggancia, concatenandosi al precedente.
Vi sono tre elementi chiave in ogni blocco: il codice hash, ossia un codice alfanumerico dei dati, univoco per ogni blocco; il codice hash che lo precede nella catena, ossia il codice che mantiene l’ordine cronologico di composizione; e la marca temporale che specifica il momento preciso in cui il blocco è stato creato. Questi tre elementi rendono fondamentalmente il blocco assolutamente immodificabile. La possibile alterazione della blockchain sarebbe immediatamente visualizzata grazie al fatto che se qualcuno tentasse di modificare un blocco inevitabilmente dovrebbe cambiare i codici al suo interno, facendo in modo che non corrispondano più a quelli del blocco che lo precede. Questo rende la tecnologia blockchain fra le più sicure in assoluto.
Come funziona il mining
Dopo aver valutato anche la blockchain, possiamo tornare a parlare di mining e precisamente a livello pratico il mining prevede che dei computer molto potenti risolvano dei puzzle numerici digitali, consumando elevate quantità di energia durante quest’azione, generando quindi valore effettivo tramite cripto. La cosa molto interessante del mining è che a livello pratico non prevede alcun tipo di intervento umano, se non la preparazione dell’attrezzatura necessaria a partire. Infatti, una volta messo in moto il processo sarà il computer stesso a procedere, senza bisogno di alcun tipo di indicazione. Questo tipo di attrezzatura va a comporsi in primis di hardware, come già detto, o schede grafiche molto potenti. Spesso vengono impiegati i modelli di hardware ASIC grazie alla loro potenza superiore rispetto alle tradizionali GPU o CPU. Esistono poi dei metodi per minare che non prevedono l’utilizzo di attrezzatura specifica, almeno non della propria. Esistono metodi alternativi come l’utilizzo di applicazioni per smartphone, estensioni per i motori di ricerca o piattaforme ad hoc che offrono piani di abbonamento mensile o annuale per minare a distanza. Questo processo è possibile e prende il nome di “cloud mining”.
Il Cloud Mining
Con cloud mining intendiamo quell’attività di mining in cui non dobbiamo procurarci hardware importanti e dal valore elevato, ma semplicemente “affittiamo” in cloud lo spazio in cui minare. È possibile noleggiare letteralmente l’attrezzatura con cui andare a procedere nel mining così da ottenere profitto senza dover investire in dispositivi estremamente potenti e costosi. Senza dubbio si tratta del modo più semplice per generare criptovalute senza dover letteralmente fare un investimento enorme. La cosa più interessante di questo tipo di servizi è che tutto l’onere di settaggi, manutenzione e rinnovo dell’attrezzatura è direttamente del proprietario del calcolatore che si utilizzerà a distanza. Questi metodi consentono di non avere alcun tipo di preoccupazione e pensare solo ad ottenere la propria entrata passiva di cripto.
Ricavi del mining di criptovalute
Il mining di criptovalute è un metodo affascinante e assolutamente utile per poter ottenere degli incassi interessanti. Ovviamente la porzione di criptovaluta che viene prodotta di volta in volta non è enorme e dipende tutto dall’hash rate o, in italiano, tasso di hash. Quest’ultimo è il valore numerico che stabilisce la quantità di operazioni computazionali che un miner, o un pool, è in grado di realizzare nel complesso. Quindi, infondo, dipende tutto dalla potenza di calcolo dell’attrezzatura impiegata per l’estrazione. Esistono alcune piattaforme che sono in grado di stimare gli investimenti necessari per raggiungere determinate quantità di criptovaluta. Ad esempio la piattaforma HashShiny propone un guadagno annuale pari a 941 dollari per il mining di Bitcoin e 936 dollari per il mining di Ethereum, tutto ciò con un deposito di 1000 dollari e una potenza di calcolo media pari a 20.909 GH/s.
Conclusioni
Sicuramente il mining di criptovalute non sarà la soluzione migliore e l’unica per arricchirsi, ma utilizzarlo per aumentare il proprio portafoglio digitale può essere interessante oltre che senza necessità di fatica o investimenti particolari. È importante sottolineare, poi, che nonostante le quantità di cripto estratte siano minime, il valore delle criptovalute sta continuando a crescere a dismisura e ciò significa che la piccolissima porzione estratta oggi, potrebbe rivelarsi un vero e proprio tesoro domani!